A pensarci bene una delle cose che gli attuali smartphone hanno ancora in comune con i primi cellulari sono le SIM.
C’è stata indubbiamente un’evoluzione nel formato perchè si è passati dai 25x15x0,76 mm della sim standard fino alla nano sim da 12,3×8,8×0,67 mm, ma la presenza fisica della stessa non è mai venuta meno.
Dai primi anni 90 abbiamo conosciuto sim con 1 kb di memoria fino alle attuali con 700 kb capaci di salvare fino a 500 sms (le primissime sim solo 10).
All’alba del 2018 ecco il progetto i-SIM di ARM, che mira a sostituirle con un microscopico componente inserito nei processori.
Di fisico avrà una sola frazione di millimetro quadrato, quasi invisibile all’occhio umano, e sostituirebbe la nanoSIM a beneficio di spazio per l’hardware dei dispositivi mobili.
La nuova iSIM supera l’eSIM dei Google Pixel 2 che occupa spazio nella scocca, ed elimina ogni spreco.
Prima ancora di immaginare smartphone e tablet senza SIM fisiche, l’i-SIM nasce pensando ai gadget IoT, dove si lotterà sul millimetro, e l’ottimizzazione dello spazio sarà un fattore chiave nell’hardware di questi piccoli prodotti.
In ogni caso le iSIM potranno arrivare sui processori per altri tipi di dispositivi, e spetterà agli operatori sposare il progetto e fornire compatibilità con le reti.
ARM prevede che i primi prodotti con iSIM integrata approderanno con l’inizio del 2019.
La società americana non produrrà direttamente i chip, ma rilascerà le specifiche ai suoi partner.